L’attività dell’organo di controllo degli Enti del Terzo Settore: vigilanza basata sulla diligenza professionale

L’attività di vigilanza esercitata dall’organo di controllo negli Enti del Terzo Settore (ETS) non differisce nella sua essenza da quella esercitata su altre tipologie di organizzazioni, in quanto è improntata alla diligenza professionale. La particolarità risiede nei mezzi utilizzati e non nel risultato da ottenere. La vigilanza si adatta, infatti, alle caratteristiche dimensionali, organizzative e al livello di complessità dell’ente, considerando le specificità del Terzo Settore.

Un approccio basato sulla valutazione dei rischi

L’attività di controllo si basa su una pianificazione che tiene conto della natura e della dimensione dell’ETS. L’organo di controllo adotta un approccio che prevede la selezione delle verifiche da eseguire attraverso l’individuazione e la valutazione dei rischi che possono emergere dalla struttura e dalle attività dell’ente. Questo approccio, noto come risk approach, mira a concentrare gli sforzi di controllo sulle aree che presentano i maggiori rischi, in modo da garantire un monitoraggio efficiente.

Nel contesto specifico degli ETS, tali rischi non si limitano ai tipici aspetti gestionali delle imprese for-profit, ma includono quelli relativi al perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Come previsto dall’art. 5 del Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017), l’organo di controllo ha il compito di verificare che l’ente operi senza scopo di lucro e che le attività svolte siano in linea con le finalità stabilite dallo statuto.

I flussi informativi come base per la vigilanza

L’efficacia della vigilanza esercitata dall’organo di controllo si basa sulle informazioni ottenute dai vari soggetti coinvolti nella governance dell’ente. Le fonti principali di informazioni includono l’organo di amministrazione, la direzione, altri organi istituiti per compiti specifici e, se presente, l’incaricato della revisione legale dei conti.

L’organo di controllo partecipa alle riunioni degli organi sociali e acquisisce informazioni attraverso scambi diretti con gli amministratori, il personale preposto al controllo interno e il revisore legale. Gli atti di ispezione e controllo sono ulteriori strumenti utilizzati per raccogliere dati rilevanti. In base a questi flussi informativi, l’organo di controllo pianifica e organizza la propria attività di vigilanza, monitorando i potenziali rischi associati al non rispetto delle leggi, alla cattiva amministrazione e all’inadeguatezza dell’assetto organizzativo, del sistema contabile e di controllo interno.

Il controllo delle attività di raccolta fondi e del bilancio sociale

Un aspetto peculiare dell’attività di vigilanza negli ETS riguarda la raccolta fondi e la corretta destinazione del patrimonio. L’art. 7 del Codice del Terzo Settore disciplina le modalità di raccolta fondi, un’attività cruciale per questi enti che richiede un attento monitoraggio per garantire la trasparenza e l’effettivo utilizzo dei fondi raccolti per le finalità istituzionali. L’organo di controllo deve verificare che le risorse siano impiegate in conformità con la legge e che le finalità non siano deviate rispetto a quelle dichiarate.

Un altro elemento chiave della vigilanza è la verifica della corretta redazione del bilancio sociale, documento fondamentale per assicurare trasparenza e rendicontazione delle attività svolte dall’ente. Il bilancio sociale deve rispecchiare in modo fedele l’operato dell’ente e la destinazione delle risorse, consentendo ai vari stakeholders di valutare l’efficacia delle attività realizzate.

Interventi in caso di criticità

Quando l’organo di controllo rileva significative criticità, come violazioni di legge, inosservanza dello statuto o inefficienze nei sistemi amministrativi, ha il dovere di richiedere all’organo amministrativo l’adozione di adeguate azioni correttive. L’organo di controllo non si limita a segnalare le anomalie, ma monitora costantemente l’implementazione delle azioni correttive fino alla loro completa realizzazione.

Conclusione

L’attività dell’organo di controllo negli Enti del Terzo Settore è quindi caratterizzata da un’attenta pianificazione basata sulla valutazione dei rischi e su flussi informativi derivanti da una pluralità di fonti. La vigilanza è orientata a garantire che l’ente operi nel rispetto della normativa, perseguendo le finalità di interesse generale e mantenendo la trasparenza nella gestione delle risorse. Un’attività che, se condotta con professionalità e diligenza, contribuisce in maniera determinante alla tutela del patrimonio e alla salvaguardia dell’integrità dell’ente.

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