A cura di: Giorgio Gentili
Il 25 luglio 2023 il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e la Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti hanno pubblicato “Assetti organizzativi, amministrativi e contabili: check-list operative”.
Il documento riporta diverse check-list pensate come strumento diagnostico: un insieme di domande chiave che consentono di analizzare i punti di forza e le aree critiche di un’impresa.
L’obiettivo non è solo verificare la conformità normativa, ma favorire una gestione proattiva dei rischi e prevenire crisi aziendali.
Con il presente articolo approfondiamo la check specifica per la valutazione dell’assetto organizzativo, utile per analizzare se la struttura organizzativa e i sistemi operativi di un’impresa sono adeguati alla sua natura e dimensione.
Il tema degli adeguati assetti interessa agli imprenditori e, al contempo, ai revisori legali e agli organi di controllo.
Cosa misura la check-list sugli assetti “organizzativi”
Le domande coprono struttura, ruoli, processi e controlli. L’attenzione principale è sull’assetto organizzativo, cioè sulla coerenza tra configurazione dell’impresa, dimensione, settore e flussi informativi necessari a imprenditore e organi amministrativi per guidare le attività. Per ogni verifica si rileva esistenza o assenza, si esprime un giudizio di adeguatezza e si annotano osservazioni utili alla gestione.
Aree di verifica
Di seguito si enucleano, punto per punto, le 21 domande della check dedicata all’assetto organizzativo dell’azienda sottoposta a verifica.
1. Esistenza di un organigramma formalizzato e comunicato
L’organigramma rende leggibile l’architettura interna e identifica ruoli e responsabilità, condizione base per una gestione ordinata.
2. Modello di struttura organizzativa adottato
La configurazione va selezionata in relazione a natura, dimensione e settore dell’impresa; ogni modello presenta vantaggi e limiti da ponderare rispetto agli obiettivi.
3. Esistenza di un funzionigramma formalizzato e comunicato
Il funzionigramma completa l’organigramma descrivendo funzioni e attività dei ruoli, così da rafforzare coordinamento e chiarezza operativa.
4. Esistenza di un mansionario formalizzato e comunicato
Il mansionario dettaglia mansioni e competenze per posizione e consente un’assegnazione corretta delle responsabilità.
5. Procedimenti di selezione del personale
Processi strutturati e strumenti per valutare le competenze assicurano l’ingresso di profili coerenti con bisogni e valori aziendali, sostenendo continuità e solidità nel tempo.
6. Sistemi di valutazione delle competenze delle risorse umane
La misurazione periodica delle competenze garantisce l’allineamento ai requisiti dei ruoli e consente di rilevare tempestivamente gap e leve di crescita.
7. Corsi di formazione e aggiornamento professionale
Percorsi formativi e di aggiornamento mantengono il personale competitivo e allineato all’evoluzione del mercato, soprattutto quando mancano valutazioni continuative.
8. Corrispondenza tra Delega e Poteri decisori
L’adeguata coerenza tra compiti affidati e poteri decisionali favorisce chiarezza, rapidità d’esecuzione e accountability nelle scelte.
9. Procedure operative e processi formalizzati
La documentazione dei processi principali assicura trasparenza, ripetibilità e controllo delle attività quotidiane.
10. Procedure a supporto degli obiettivi di sostenibilità
Procedure dedicate agli obiettivi ESG attestano l’impegno verso responsabilità sociale e ambientale e incidono su reputazione e resilienza di lungo periodo.
11. Procedure autorizzative per attività operative specifiche
Regole autorizzative chiare su accessi e spese critiche riducono abusi ed errori e garantiscono che le decisioni sensibili siano adeguatamente presidiate.
12. Sistema di Enterprise Risk Management (ERM)
Un ERM efficace identifica, valuta e tratta i rischi in modo integrato, supportando decisioni strategiche e riducendo l’incertezza.
13. Sistema di controllo interno e gestione dei rischi (SCIGR)
Un SCIGR solido monitora processi e conformità e mitiga i rischi, assicurando operatività nel perimetro normativo e delle policy.
14. Adozione del Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231/2001
L’implementazione del modello 231 previene illeciti di apicali e sottoposti e limita la responsabilità amministrativa dell’ente.
15. Composizione dell’Organismo di Vigilanza
OdV monocratico o collegiale: la scelta incide su indipendenza, continuità e copertura delle competenze necessarie al modello 231.
16. Criticità evidenziate dall’Organismo di Vigilanza
Le criticità evidenziate dall’OdV indicano possibili vulnerabilità organizzative o di processo e richiedono interventi rapidi per evitare ricadute legali o operative.
17. Canali di segnalazione interna (Decreto Whistleblowing)
Canali interni conformi al d.lgs. 24/2023 garantiscono integrità e protezione dei segnalanti e favoriscono un contesto etico.
18. Analisi dei rischi aziendali relativi ai fattori ESG
La considerazione dei rischi ambientali, sociali e di governance integra il quadro di risk management e risponde alle attese degli stakeholder.
19. Certificazioni per l’esercizio di attività in specifici settori
Le certificazioni attestano conformità a standard settoriali e tutelano qualità e sicurezza percepite dal mercato.
20. Misure per ridurre il divario di Genere
Politiche e azioni per la parità di genere migliorano clima organizzativo e capacità di attrarre e trattenere talenti.
21. Certificazione della Parità di Genere
Il conseguimento della certificazione conferma un ambiente di lavoro equo e inclusivo e rafforza il profilo di responsabilità sociale dell’impresa.
Dalla verifica alla valutazione complessiva
La sezione conclusiva della check-list richiede di sintetizzare le debolezze rilevate. Possono emergere lacune di controllo, assenza di procedure indispensabili o inadempienze normative.
Dovrebbero essere proposti interventi mirati per rafforzare l’assetto organizzativo.
La check-list va integrata con la specificità del contesto e non esaurisce la materia, ma offre un quadro rappresentativo di fattori da considerare nella valutazione degli assetti organizzativi.
Conclusione
La pubblicazione del CNDCEC consente di trasformare la nozione di “assetto adeguato” in verifiche concrete. L’impresa che adotta la check-list come routine ottiene tracciabilità delle scelte organizzative, basi per un giudizio finale robusto e un percorso di miglioramento misurabile.
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