La gestione imprenditoriale in stato di crisi: le responsabilità e i doveri dell’imprenditore nel Codice della Crisi d’Impresa

L’articolo 21 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Dlgs 14/2019) traccia un quadro chiaro e stringente sul ruolo e le responsabilità dell’imprenditore che si trova in una situazione di crisi. In un contesto in cui le aziende possono facilmente trovarsi ad affrontare squilibri economico-finanziari, spesso aggravati da emergenze esterne, come quella causata dalla pandemia, è fondamentale che l’imprenditore adotti strategie mirate e ponderate per garantire la continuità aziendale.

La gestione dell’impresa durante la crisi

Secondo quanto previsto dalla normativa, l’imprenditore in stato di crisi mantiene la gestione ordinaria e straordinaria della propria attività, anche durante le trattative di risanamento. Tuttavia, questa gestione deve essere condotta in modo da evitare qualsiasi pregiudizio alla sostenibilità economico-finanziaria dell’impresa. In altre parole, l’imprenditore deve garantire che ogni decisione presa sia coerente con l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio aziendale.

Questo principio pone l’accento sulla centralità della responsabilità imprenditoriale: anche in momenti di difficoltà, l’imprenditore non può abbandonare le redini dell’impresa o agire in modo arbitrario, ma deve continuare a operare con la diligenza e la prudenza richieste dalla legge. La gestione della crisi, infatti, non significa agire con urgenza o fretta, ma adottare una visione strategica che tenga conto degli interessi di tutti gli stakeholders, in primis i creditori.

Le prospettive di risanamento e la gestione nell’interesse dei creditori

Il Codice della crisi prevede che, qualora nel corso delle trattative emerga una situazione di insolvenza ma vi siano ancora concrete prospettive di risanamento, l’imprenditore debba operare nel prevalente interesse dei creditori. Questo passaggio è cruciale: da un lato, esso indica che anche in uno scenario di insolvenza, non tutto è perduto, purché esistano reali possibilità di recupero. Dall’altro, sottolinea come, in questa fase, l’imprenditore non debba più gestire l’impresa esclusivamente per il proprio beneficio, ma nell’ottica di tutelare i diritti e gli interessi dei creditori, garantendo loro il massimo recupero possibile.

In tale contesto, emerge chiaramente il ruolo dell’esperto indipendente, la cui nomina può essere richiesta dallo stesso imprenditore alla Camera di commercio competente. Questo esperto funge da guida, monitorando le azioni del titolare dell’impresa e fornendo pareri qualificati sulle scelte da intraprendere.

L’importanza della comunicazione con l’esperto indipendente

Un aspetto centrale introdotto dall’articolo 21 riguarda l’obbligo dell’imprenditore di informare per iscritto l’esperto su ogni decisione relativa ad atti di straordinaria amministrazione o pagamenti non coerenti con le prospettive di risanamento. Questo passaggio garantisce una trasparenza essenziale per il buon esito delle trattative di composizione negoziata, consentendo all’esperto di valutare se tali atti possano pregiudicare gli interessi dei creditori o compromettere il percorso di risanamento.

Se l’esperto ritiene che un’azione possa arrecare danno, ha l’obbligo di segnalarlo sia all’imprenditore che all’organo di controllo. Se, nonostante questa segnalazione, l’atto viene comunque compiuto, l’esperto può iscrivere il proprio dissenso nel registro delle imprese. Questo meccanismo garantisce un controllo puntuale e rigoroso sulle operazioni dell’imprenditore, salvaguardando così gli interessi dei creditori e il buon esito delle trattative.

La composizione negoziata: un’opportunità per il risanamento

La composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa rappresenta uno strumento fondamentale per le aziende che si trovano in difficoltà, offrendo loro la possibilità di riorganizzarsi e di ripristinare la sostenibilità economico-finanziaria. L’obiettivo è quello di intervenire tempestivamente, prima che la situazione degeneri in una vera e propria insolvenza irreversibile. Grazie all’intervento di un esperto indipendente, l’imprenditore può beneficiare di un supporto tecnico e imparziale per affrontare le trattative e trovare una soluzione concordata con i creditori.

Tuttavia, la normativa impone che la richiesta di attivazione di questa procedura avvenga solo quando esistano ragionevoli prospettive di risanamento. Questo significa che l’imprenditore deve avere una visione chiara e concreta del piano di recupero, basato su analisi realistiche delle potenzialità aziendali e del mercato di riferimento. L’articolo 21 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza rappresenta un pilastro nella gestione delle imprese in difficoltà. La normativa bilancia le esigenze di autonomia imprenditoriale con la necessità di tutelare gli interessi dei creditori e garantire la trasparenza delle operazioni. L’imprenditore, pur mantenendo la guida dell’impresa, è chiamato a una gestione prudente e responsabile, sottoposta alla supervisione di un esperto indipendente. In questo modo, si cerca di evitare che le difficoltà temporanee si trasformino in una crisi irreversibile, offrendo uno strumento efficace per il risanamento e la continuità aziendale.

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