L’insieme delle disposizioni per prevenire l’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, noti come obblighi antiriciclaggio, è disciplinato dal D.Lgs. 231/2007. Questo testo normativo, modificato nel tempo dai D.Lgs. 90/2017 e D.Lgs. 125/2019, nonché dalle successive modifiche introdotte dal D.L. 76/2020, definisce specifici obblighi per i professionisti. Le modifiche si sono rese necessarie per recepire le direttive europee 2015/849 e 2018/843, con l’obiettivo di rafforzare la normativa e allineare il sistema italiano agli standard internazionali.
Principali obblighi antiriciclaggio per i professionisti
Per i professionisti, il D.Lgs. 231/2007 delinea specifici adempimenti di adeguata verifica della clientela, conservazione dei dati, segnalazione di operazioni sospette e comunicazione delle infrazioni riguardanti l’uso di denaro contante e titoli al portatore. Ecco i principali obblighi antiriciclaggio a cui i professionisti devono attenersi:
- Adeguata verifica della clientela: La verifica è obbligatoria in diverse circostanze, come l’instaurazione di un rapporto continuativo o quando viene eseguita un’operazione di importo pari o superiore a 15.000 euro. Tale verifica deve essere proporzionata al rischio, e i professionisti sono tenuti a identificare e verificare l’identità del cliente e del titolare effettivo, basandosi su informazioni e documenti attendibili. In caso di sospetta difficoltà nella verifica, i professionisti devono astenersi dal procedere e valutare se inoltrare una segnalazione di operazione sospetta alla UIF (Unità di Informazione Finanziaria).
- Conservazione dei dati: I professionisti sono obbligati a conservare per almeno dieci anni i documenti e le informazioni acquisite per la verifica della clientela e l’esecuzione delle operazioni, in modo che siano disponibili per eventuali controlli e verifiche da parte delle autorità competenti.
- Segnalazione di operazioni sospette: Se durante l’attività professionale emergono elementi che lasciano presumere un possibile tentativo di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, il professionista deve trasmettere una segnalazione alla UIF. Tale segnalazione è riservata e non deve essere comunicata al cliente, pena sanzioni per violazione del segreto.
- Comunicazione delle infrazioni in materia di limitazioni all’uso di denaro contante: Il professionista è obbligato a segnalare eventuali violazioni alle norme che impongono limiti all’utilizzo di denaro contante e titoli al portatore.
- Formazione del personale: I professionisti devono formare il proprio personale sulle norme antiriciclaggio, assicurandosi che siano preparati per riconoscere i segnali di sospetto e siano a conoscenza delle procedure da seguire per l’adempimento degli obblighi di legge.
- Obbligo di astensione: Nel caso in cui il professionista si trovi nell’impossibilità oggettiva di effettuare la verifica della clientela, deve astenersi dall’instaurare o proseguire il rapporto professionale e valutare se effettuare una segnalazione di operazione sospetta.
Obblighi di verifica in base alla normativa
L’art. 17 del D.Lgs. 90/2017 impone ai professionisti di eseguire l’adeguata verifica del cliente e del titolare effettivo quando si instaurano rapporti continuativi o quando viene conferito un incarico che comporti un pagamento di importo superiore a 15.000 euro, anche se suddiviso in più operazioni frazionate.
Alcune attività, tuttavia, sono escluse da tali obblighi. Tra queste, figurano le attività di sola trasmissione delle dichiarazioni fiscali o di amministrazione del personale, che non comportano obblighi antiriciclaggio. In questi casi, infatti, il rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo è considerato limitato.
Un approccio basato sul rischio
Un aspetto chiave della normativa antiriciclaggio è l’approccio basato sul rischio, secondo cui le misure di verifica devono essere proporzionali all’entità dei rischi. I professionisti devono essere in grado di dimostrare alle autorità di controllo che le procedure adottate siano adeguate rispetto ai rischi individuati, personalizzando l’approccio per ogni cliente e situazione.
Conclusioni
La normativa antiriciclaggio impone ai professionisti di essere vigili e di adottare strumenti adeguati per identificare e contrastare potenziali operazioni di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Questo quadro di obblighi non solo tutela l’integrità del sistema finanziario, ma contribuisce anche alla credibilità e trasparenza delle attività professionali. Rispondere con accuratezza e conformità a queste disposizioni è essenziale per la gestione del rischio e per garantire una solida reputazione nel mercato professionale.
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