Responsabilità dei revisori: chiarimenti sulle azioni risarcitorie e il termine di prescrizione

La responsabilità dei revisori legali è un tema di grande rilevanza nel contesto della governance aziendale e della trasparenza finanziaria. Recenti pronunce della Corte Costituzionale hanno chiarito aspetti importanti riguardanti le azioni risarcitorie nei confronti dei revisori, evidenziando la necessità di distinguere tra le pretese delle società che conferiscono l’incarico di revisione e quelle di soci o terzi danneggiati. Questi sviluppi giuridici pongono interrogativi significativi sulle responsabilità e le tutele nell’ambito della revisione legale.

Il termine di prescrizione di cinque anni implica che una società ha la facoltà di intraprendere un’azione risarcitoria nei confronti del revisore entro cinque anni dalla presentazione della relazione di revisione. Questa disposizione ha lo scopo di fornire certezza sia alle società che ai revisori. Le società possono avere la sicurezza di poter agire legalmente in caso di errori o inadempienze, mentre i revisori possono operare senza il timore di essere perseguiti indefinitamente per le loro attività.

In primo luogo, è essenziale comprendere la distinzione tra l’azione risarcitoria che può essere intrapresa dalla società e le pretese di soci o terzi. Nel caso in cui sia la società a subire un illecito a causa di un inadempimento del revisore, come ad esempio una relazione di revisione errata o scorretta, l’illecito si configura nel momento del deposito della relazione. In questo contesto, la società ha il diritto di richiedere un risarcimento per i danni subiti.

Al contrario, nel caso di soci o terzi, la semplice presentazione di una relazione di revisione non corretta non genera automaticamente un diritto di risarcimento. Questi soggetti devono dimostrare che le loro scelte sono state direttamente influenzate dalla relazione di revisione. In assenza di una connessione diretta tra la condotta del revisore e le decisioni prese dai soci o terzi, non esiste alcun danno da rivendicare.

Un aspetto cruciale di questa materia è il termine di prescrizione dell’azione di responsabilità. La Corte ha ribadito che il legislatore ha un ampio margine di discrezionalità nel definire il decorso della prescrizione. In particolare, nel contesto delle azioni risarcitorie, è necessario trovare un equilibrio tra l’interesse del danneggiato a far valere il proprio diritto al risarcimento e le esigenze di certezza del diritto per il danneggiante.

Questo equilibrio diventa fondamentale per garantire che le aziende e i revisori possano operare in un contesto giuridico chiaro e prevedibile. La norma stabilita dalla Corte, in questo senso, si propone di fornire una forma di tutela minima per il danneggiato, garantendo al contempo la sicurezza giuridica necessaria per i revisori.

In sintesi, le recenti pronunce della Corte Costituzionale chiariscono aspetti fondamentali relativi alla responsabilità dei revisori e al trattamento delle azioni risarcitorie. La distinzione tra le azioni delle società e quelle dei soci o terzi, insieme alla regolamentazione della prescrizione, rappresenta un elemento chiave per garantire un equilibrio tra responsabilità e certezza del diritto.

I revisori, quindi, devono operare con la consapevolezza che le loro azioni hanno un impatto diretto sulla fiducia delle aziende e degli investitori, mentre le società devono adottare un approccio proattivo nella gestione dei rischi legati alla revisione. Solo così sarà possibile garantire un ambiente di revisione legale efficace e responsabile, che promuova la trasparenza e la fiducia nel sistema economico.

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