Revisore di sostenibilità: l’etica come garanzia di credibilità nel reporting ESG

Con la Determina RGS n. RR12 del 30 gennaio 2025 è stato adottato in Italia il Principio in materia di deontologia professionale, riservatezza e segreto professionale, nonché di indipendenza e obiettività applicato all’attestazione della rendicontazione di sostenibilità. Il RR12 declina, nel nuovo ambito ESG, i requisiti fondamentali di integrità, obiettività, indipendenza e riservatezza, richiamando esplicitamente l’impianto previsto dal D.Lgs. 39/2010 e allineandosi ai riferimenti internazionali (IESBA). 

Questo non è un “sovrappiù” formale: il RR12 trasferisce sul campo dell’attestazione ESG gli stessi principi etici che guidano da sempre la revisione del bilancio, ma adattandoli alle criticità specifiche del reporting di sostenibilità — rischio di greenwashing, uso di dati non verificabili, maggior ricorso a competenze esterne (esperti ambientali, sociali) e possibili pressioni degli stakeholder. 

Cosa cambia — concretamente — per il revisore

  1. Stesso nucleo etico, nuovi rischi: integrità, obiettività, indipendenza e riservatezza restano i capisaldi; ma il revisore deve essere più proattivo nell’identificare rischi di indipendenza tipici dell’ambito ESG (incarichi di consulenza sulla sostenibilità, rapporti stretti con la funzione ESG dell’azienda, partecipazione a definizione di KPI).
  2. Divieti e limitazioni rafforzate: molti dei divieti già noti (servizi di assurance vs consulenza) vanno rigorosamente applicati anche qui: fornire servizi che implicano decision-making del management o che comportano valutazioni soggettive sugli stessi elementi cui si fornisce assurance crea un conflitto di interesse. Il RR12 richiede valutazioni documentate delle minacce e l’adozione di salvaguardie proporzionate. 
  3. Maggiore attenzione alle competenze e all’uso di esperti: l’IA (es. esperti ambientali) è spesso inevitabile; il revisore deve però valutare l’indipendenza dell’esperto, la congruenza del suo lavoro e l’appropriatezza dell’uso di tale lavoro ai fini dell’attestazione. Le linee internazionali (IESBA/IAASB) forniscono orientamenti su quando e come utilizzare il lavoro di esperti esterni.
  4. Documentazione e trasparenza: il RR12 impone di lasciare traccia delle valutazioni sull’indipendenza, dei conflitti individuati, delle misure adottate e delle conclusioni raggiunte — essenziali sia per la qualità dell’attestazione sia per la difesa professionale.

Linee di principio (collegamento al Codice etico “classico”)

Il Codice Italiano di Etica e Indipendenza per la revisione del bilancio e il nuovo RR12 si interpretano come due manifestazioni dello stesso paradigma etico:

  • Identica finalità pubblica: proteggere l’interesse pubblico attraverso informazioni affidabili.
  • Stessa grammatica etica: integrità, obiettività, competenza professionale, riservatezza, comportamento professionale. Il terreno comune rende possibile applicare metodologie consolidate (valutazione minacce, matrice dei livelli di rischio, salvaguardie) anche nella sostenibilità.
  • Differenze operative: tipologia delle prove, natura degli indicatori (qualitativi e quantitativi), fonti (dati operativi, modelli, giudizi di esperti) e possibili attori interessati (investitori, NGO, consumatori) rendono però necessarie specifiche integrazioni procedurali.

Impatti pratici sull’organizzazione del lavoro di assurance

  • Valutare l’incarico prima di accettarlo: analizzare preesistenti rapporti commerciali, remunerazioni sospette, partecipazioni finanziarie, incarichi di consulenza pregressi o paralleli. Se la minaccia non è rimovibile, rifiutare o dimettersi.
  • Ruoli e segregation of duties: separare team che forniscono assurance da quelli che offrono consulenza ESG alla stessa entità; prevedere rotazioni e limitazioni sui rapporti di lungo periodo.
  • Due diligence sugli esperti: verificare indipendenza, competenze, documentazione prodotta e se necessario replicare o validare campioni del loro lavoro.
  • Procedure di quality control interne: review senior obbligatoria per le valutazioni di indipendenza e approvazione di un partner indipendente per gli incarichi sensibili.

Checklist operativa rapida per il revisore (da applicare all’accettazione e durante l’incarico)

  1. Prima dell’accettazione
    • Verifica relazione economica/finanziaria con il cliente negli ultimi 3 anni.
    • Controllo servizi forniti (consulenza strategica, formazione, progettazione KPI): se presenti, valutare incompatibilità.
    • Indagine sulle partecipazioni finanziarie dei professionisti coinvolti.
  2. All’avvio
    • Redigere e conservare la valutazione formale delle minacce all’indipendenza (self-interest, self-review, advocacy, familiarity, intimidation).
    • Documentare le salvaguardie adottate (es. consulente indipendente, revisione esterna della metodologia).
    • Verificare indipendenza degli esperti incaricati dal cliente; stipulare lettera d’incarico con responsabilità e scope.
  3. Durante l’esecuzione
    • Monitorare segnali di pressione sul team (modifiche di scopo, richieste di adattamento KPI).
    • Eseguire test su dati chiave e ripetere verifiche su indicatori soggetti a giudizio.
    • Tenere aggiornata la documentazione delle valutazioni della qualità e dell’indipendenza.
  4. Conclusione
    • Riesaminare le minacce iniziali e verificare l’efficacia delle salvaguardie.
    • Preparare dichiarazione di indipendenza esplicita nella reportistica di attestazione. 

Due esempi pratici

  • Caso 1 — consulenza strategica ESG prima dell’assurance: lo studio ha fornito alla società una roadmap ESG l’anno precedente. Qui la minaccia di self-review è alta: salvaguardia possibile = team di assurance indipendente, revisione da parte di un partner non coinvolto e, se necessario, rifiuto dell’incarico di assurance.
  • Caso 2 — uso di esperto ambientale interno al gruppo: l’esperto è tecnicamente competente ma fa parte dell’organigramma del cliente. Nel caso in cui l’esperto ambientale sia interno al gruppo, il revisore deve valutarne l’indipendenza, poiché la sua posizione potrebbe influenzare l’obiettività dei dati forniti. Per garantire l’affidabilità delle informazioni, è opportuno richiedere evidenze documentali e replicare autonomamente un campione delle misurazioni dichiarate.

Raccomandazioni finali per i revisori

  1. Non trattare il RR12 come un “addendum” tecnico: è un principio che richiede comportamento, processi e cultura professionale coerenti con la protezione dell’interesse pubblico. 
  2. Investire su competenze miste: buone competenze di auditing + conoscenze tecniche ESG e capacità di valutare lavoro di esperti. 
  3. Aggiornare i manuali di qualità: inserire procedure specifiche per l’attestazione di sostenibilità (valutazioni di indipendenza, lettera d’incarico, gestione degli esperti).
  4. Trasparenza nella reportistica: dichiarazioni chiare sull’indipendenza rafforzano la fiducia degli stakeholder e riducono il rischio reputazionale.a e tutela della collettività societaria.

© FISCALREVISIONE – Riproduzione riservata.


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