La revisione negli enti sportivi e negli ETS: obblighi, criticità e nuove responsabilità professionali

Negli ultimi anni, il mondo degli enti sportivi dilettantistici e quello degli enti del Terzo Settore hanno conosciuto una profonda evoluzione normativa e organizzativa. Riforma dello sport, Codice del Terzo Settore, nuove regole di trasparenza e rafforzamento dei presidi di controllo hanno progressivamente avvicinato questi enti a modelli di governance tipici dell’impresa.

In questo contesto, la revisione legale dei conti – spesso percepita come un adempimento lontano dalla realtà associativa o sportiva – assume un ruolo sempre più centrale, non solo come obbligo giuridico, ma come strumento di tutela e di corretta gestione.

Enti sportivi e revisione: la forma giuridica come discrimine

Un primo equivoco da superare riguarda l’idea che la natura “sportiva” dell’ente comporti automaticamente un’esenzione dagli obblighi di revisione. In realtà, ciò che rileva è la forma giuridica adottata.

Le società sportive dilettantistiche costituite in forma di società di capitali (SSD-SRL o SPA) sono soggette, a tutti gli effetti, alla disciplina civilistica prevista per le società commerciali. Questo implica l’applicazione delle regole in materia di controllo e revisione previste dal codice civile, in particolare dall’art. 2477 per le SRL.

Le ipotesi in cui può sorgere l’obbligo di revisione non si limitano al superamento delle tradizionali soglie dimensionali, ma includono anche:

  • la redazione del bilancio consolidato;
  • il controllo di una società già obbligata alla revisione legale.

Situazioni che, nel settore sportivo, non sono affatto marginali, soprattutto in presenza di strutture articolate, società di servizi collegate o immobiliari sportive.

Il raccordo con il Terzo Settore: quando lo sport incontra il RUNTS

Il quadro si complica ulteriormente quando l’ente sportivo assume anche la qualifica di ente del Terzo Settore. In questi casi, entrano in gioco le disposizioni del Codice del Terzo Settore, che disciplinano in modo puntuale la nomina dell’organo di controllo e del revisore legale.

Il superamento di determinate soglie economiche per due esercizi consecutivi comporta l’obbligo di rafforzare i presidi di controllo, con una distinzione netta tra:

  • organo di controllo, con funzioni di vigilanza sull’assetto organizzativo, amministrativo e contabile;
  • revisore legale, chiamato a esprimere un giudizio professionale sul bilancio.

È proprio in questa area di sovrapposizione normativa che emergono le maggiori incertezze operative: enti che nascono come associazioni sportive, crescono dimensionalmente, accedono a contributi pubblici, e si trovano improvvisamente soggetti a obblighi che non avevano pianificato.

La revisione come strumento di governance, non solo come obbligo

Uno degli aspetti più rilevanti emersi nel confronto tra professionisti riguarda il cambio di prospettiva sulla revisione. Negli enti sportivi e negli ETS, la revisione non può essere letta esclusivamente come un adempimento imposto dall’alto.

Al contrario, essa rappresenta:

  • una tutela per gli amministratori, sempre più esposti a responsabilità gestionali;
  • un elemento di credibilità nei confronti di finanziatori, enti pubblici, federazioni e sponsor;
  • un supporto alla sostenibilità economica dell’ente, soprattutto in contesti caratterizzati da flussi finanziari irregolari o da forte dipendenza da contributi esterni.

In molti casi, la nomina volontaria del revisore – anche in assenza di obbligo – si rivela una scelta strategica, soprattutto per enti in crescita o impegnati in progetti complessi.

Le criticità operative per il revisore

Dal punto di vista professionale, la revisione negli enti sportivi e negli ETS presenta caratteristiche peculiari. I principali profili di attenzione riguardano:

  • la semplicità, talvolta estrema, dei sistemi contabili;
  • la gestione di incassi in contanti o tramite POS;
  • la corretta qualificazione delle entrate (quote associative, corrispettivi, contributi);
  • i rapporti con collaboratori sportivi e volontari;
  • la valutazione della continuità aziendale in enti fortemente dipendenti da contributi pubblici o sponsorizzazioni.

In questo scenario, il revisore è chiamato non solo ad applicare i principi di revisione, ma anche a svolgere un ruolo di mediazione tecnica, aiutando l’ente a strutturarsi senza snaturarne la funzione istituzionale.

Conclusioni

La revisione negli enti sportivi dilettantistici e negli ETS non è più un tema marginale o riservato a poche realtà di grandi dimensioni. È, sempre più, una questione di governance, di responsabilità e di sostenibilità nel tempo.

Per i professionisti, ciò significa acquisire competenze specifiche, comprendere le peculiarità di questi enti e accompagnarli in un percorso di crescita consapevole.
Per gli enti, significa riconoscere che il controllo non è un ostacolo, ma una leva di affidabilità e sviluppo.

In definitiva, la revisione rappresenta oggi uno dei punti di contatto più significativi tra sport, Terzo Settore e professionalità economico–giuridiche: un terreno su cui il ruolo del revisore è destinato a diventare sempre più centrale.

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